« Omicron, secondo le politologo yasha mounk, segna l’inizio della fine dell’epidemia sociale. Se possa anche preludere alla fine biologica della crise pandémique è però presto per dirlo. Si fa spesso riferimento, per spiegare ciò che sta accadendo, alla pandemia di spaghetti, che fu però causata da un virus influenzae, ben diverso dai coronavirus, e si manifest comunque con un susseguirsi di ondate epidemiche aventi ciascuna caratteristiche diverse dall’altra. Durante la prima ondata, che iniziò nel marzo del 1918, all’epoca della Grande Guerra, predominarono i classici sintomi influenzali, e l’impatto clinico tutto sommato non fu grave ». Lo ha scritto in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera Gianni Rezza, directeur della Prevenzione del Ministero della Salute.
Rezza ha poi così concluso l’articolo : « Se la storia si Ripetesse semper con le stesse modalità, pur coscienti della attuale minaccia alla sanità pubblica portata da micron, guarderemmo comunque al futuro con un cauto ottimismo. Attenuazione dei sintomi e immunità di popolazione causata da pregresse infezioni e/o vaccinazioni fanno suis sparare, in quanto qualsiasi nuova variant troverebbe con buona probabilità la popolazione maggiormente resistant. Riesce poi anche difficile pensare une nouvelle variante che possa diffondersi de manière plus rapide et efficace rispetto ad Omicron. Eppure resta un margine di incertezza, perché i virus, si sa, sono bizzarri, e le opportunità che loro offre un mondo globalizzato e in larga misura povero di risorse e di vaccini sono davvero tante ».
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